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      Plinio Nomellini 
(Livorno 1866-Firenze 1943).

  

L'autoritratto: "un’assicurazione contro la scomparsa definitiva, uno strappo al silenzio della morte".

                             

    Plinio Nomellini è stato uno dei massimi esponenti della pittura macchiaiola e soprattutto divisionista, della quale diede una personale interpretazione sostituendo al puntinismo una pennellata filamentosa. Allievo di Fattori, l’artista è conosciuto per i paesaggi, le marine, i dipinti di figura, i soggetti garibaldini, nonché per composizioni a sfondo sociale e allegorico. Con il dipinto "Fienaioli" del 1888 conservato al Museo G. Fattori, raggiunse una sua personale concezione del colore e dello spazio, tale da suscitare scalpore e ammirazione all’Esposizione Universale di Parigi del 1889.

 La vita

Nato a Livorno nel 1866, Plinio Nomellini trascorre la sua infanzia tra le città di Livorno e Cagliari seguendo il padre nei suoi trasferimenti per motivi di lavoro. Nel 1875 a Livorno si iscrive alla scuola d’Arte e Mestieri e contemporaneamente ai corsi di ornato e figura tenuti dal pittore Natale Betti. 

Con l’aiuto del Betti ottiene, nel 1885, una borsa di studio per l’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove è allievo di Giovanni Fattori, che segna profondamente la formazione del giovane Novellini, al quale lo legherà una solida e lunga amicizia. A Firenze Nomellini ha anche l’occasione di conoscere Telemaco Signorini e Silvestro Lega, diventando uno degli esponenti della pittura macchiaiola.

 Nel 1890 si trasferisce a Genova, dove si compie la formazione ideologica di Novellini, che si è trasferito nella città ligure attratto dal “movimento continuo delle sue rive e del porto” (lo scrive nell’autunno del 1990 in una lettera a Signorini).

Nel 1891 dipinge il celebre quadro “Piazza Caricamento” opera a sfondo sociale e a tecnica impressionista.

A Genova si avvicina agli ambienti del socialismo rivoluzionario e nel 1894 fonda il "Gruppo di Albaro", unitamente ad un gruppo di giovani amici artisti fra i quali: Angelo Balbi, Angelo Costa, Eugenio Olivari, Federico Maragliano, Giuseppe Pannasilico. Negli anni successivi, fino al 1902, da vita ad una stagione artistica particolarmente rilevante per Genova.

Per le sue simpatie anarchiche viene arrestato e imprigionato; per la sua assoluzione si battono a lungo gli amici Fattori e Signorini.

 Nel 1902 lascia Genova per stabilirsi a Torre del Lago, alla ricerca di pace e tranquillità, condizioni essenziali per la sua ricerca interiore. Espone alla Quadriennale di Torino e via via alle più importanti esposizioni nazionali ed internazionali: nel 1904 all’Eesposizione di Saint Louis, nel 1909 al Salon parigino e a Monaco all’esposizione Internazionale.

Nel 1907 partecipa alla Biennale di Venezia, insieme Galileo Chini, De Albertis e Previati, allestendo la “Sala del Sogno”.

Nel 1908 si trasferisce a Fossa dell’Abate (odierno Lido di Camaiore). Nomellini in questo luogo trova ciò che cercava da tempo: il mare, la natura e la tranquillità, dipinge con il cavalletto posato sulla sabbia davanti al mare e "pulisce i pennelli sulla corteccia dei pini".

Terminata la prima guerra mondiale, nel 1919, Nomellini si trasferisce nuovamente a Firenze, a Poggio Imperiale, effettuando negli anni successivi diversi soggiorni a Capri, all’Isola d’Elba e ad Ischia. Collabora per i quotidiani toscani “La nazione” e “Il telegrafo”.

 Notevole anche la sua attività di grafico e illustratore tra Liberty e Simbolismo.

Espone ininterrottamente alle Promotrici genovesi fino al 1933.

Muore a Firenze nel 1943.

 

Opere: Dipinti