Arte Liberty in Italia - Architettura - Toscana - Villa Frittelli


Villa Frittelli-Peragallo 1902

 Arch. Fantappiè

Via Mascagni e Via del Castello

Calenzano (FI)

La Villa Vespasiana, conosciuta oggi come Villa Peragallo, costituisce uno degli esempi migliori di eclettismo revivalista del nostro territorio.

Al posto dell’attuale edificio sorgeva, agli inizi del XIX secolo,  la Villa Matilde, fatta costruire dai Frittelli, una famiglia di origine fiorentina  da tempo residente a Calenzano, che possedeva anche tutta la parte meridionale del colle dalle mura dell’antico Castello fino al Ponte sulla Marina.

All’inizio del secolo scorso la Villa fu ceduta all’avvocato fiorentino Giuseppe Targioni che incaricò l’architetto Enrico Dante Fantappiè di trasformare radicalmente Villa Matilde.

Fantappiè inizio la realizzazione del suo progetto nel 1901: l’intero complesso fu interamente ricostruito secondo la moda dei revivals architettonici dell’epoca.

Le pendici meridionale ed orientale del colle vennero sistemate a parco, mentre la pendice occidentale divenne un ampio selvatico. All’interno del parco, in prossimità dei due ingressi secondari, vennero costruite eleganti palazzine La prima è situata lungo la strada maestra (oggi via Mascagni), l'altra in  via del Castello.

Dall'ingresso principale, situato presso il Castello di Calenzano e segnato da un monumentale cancello in ferro battuto stile liberty, si entrava nel parco attrezzato con fontane, scalinate e aiuole.

Nel 1904 era ormai terminata anche la villa, ribattezzata dal Targioni Villa Vespasiana, completata da una nuova cappella gentilizia (dedicata ora a San Giorgio) e dal teatro privato.

Vennero inoltre realizzate le scuderie, la fattoria e numerosi annessi.

Infine venne installato un impianto autonomo per produrre energia elettrica sufficiente ad illuminare l’intero complesso: tutto questo almeno dieci anni prima dell’arrivo della luce elettrica a Calenzano.

Il risultato finale del progetto del Fantappié è un edificio caratterizzato da un fantasioso eclettismo in cui i canoni del rococò e neo-barocco (che caratterizzano il teatro, la villa, la cappella, le serre) si affiancano ad immaginose interpretazioni del medioevo (sulla scia dell’esperienza francese di Viollet Le-Duc) e del Rinascimento (le numerose grotte in spugna e palazzine disseminate nel parco), fino al Liberty profuso un po’ dappertutto ed in particolare negli elementi in ferro (vedi cancelli) e nelle decorazioni delle stanze interne della villa.

Poco prima dello scoppio della Grande Guerra, in seguito al fallimento economico del Targioni, la villa passò al Commendatore e Grande Ufficiale del Regno Cornielo Peragallo, di origine genovese ma da anni residente a Roma in quanto azionista della Banca Nazionale del Lavoro.

Peragallo, nel periodo compreso tra le due guerre, portò la villa al massimo splendore. La villa divenne infatti lo scenario per gli avvenimenti più rappresentativi di Calenzano: vi si svolgevano feste e manifestazioni pubbliche, vi sfilavano cortei in costume (ad esempio in occasione della festa del vino) e nella palazzina di via del Molino vi si riuniva la Filarmonica.

A partire dal dopoguerra, però, è cominciato per la villa e per il complesso circostante un lungo periodo di declino che oggi mostra i segni del passare degli anni e delle difficoltà di manutenzione.

Scheda informativa a cura del Dr. Fabrizio Trallori