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Adolfo Coppedè
( 29 aprile 1871 Firenze - 15 agosto 1951 Prato-Parugiano/Montemurlo )

Adolfo Coppedè è artista eclettico, architetto fantasioso ed esuberante, personaggio vulcanico e coraggioso, fin da giovane è alla ribalta della vita e del dibattito culturale legato all' architettura a livello nazionale.

Nato nel 1871, si forma nella bottega artigiana di intaglio " La Casa Artistica " aperta a Firenze dal padre Mariano nel 1875, città dove la produzione del mobile d' arte è alquanto vivace e con un' ampia tradizione.

Adolfo, come il fratello primogenito Gino, frequenta la Scuola Professionale di Arti Decorative e Industriali, e consegue il diploma di disegno architettonico.

Gino imprime alla bottega artigiana un carattere diverso, estendendo l' interesse artistico dal mobile alla progettazione architettonica e all' arredamento civile e navale, inventando il famoso " Stile Coppedè "

Il cliché coppediano, si rilega al filone neoeclettico europeo dei primi decenni del 900, espresso come architettura di tipo neomediovalista e neomanierista, che assumeva i modelli medievali come stilemi per la progettazione, costruiva con impiego di pietra, dimore turrite e castelli merlati, con sculture sulle facciate, decorazioni floreali, teste femminili, mascheroni e varie, formando combinazioni eclettiche e gradevoli equilibri compositivi, ricchi di attrattiva e seduzione.

Adolfo nel1898 si mette in luce partecipando al concorso di progettazione per il Pensionato Artistico di Roma per la sezione architettura, in questa occasione conosce l' onorevole Pilade del Buono, che è un personaggio di rilievo, fautore dell' attività siderurgica nell' Elba, dove aveva numerose proprietà e affida al giovane progettista vari incarichi, che rappresentano le prime commesse della sua attività professionale.

Disegnava le tavole di presentazione su cartasuga, un tipo di carta assorbente in cui il tratto non poteva risultare definito e deciso, per dare l' effetto di una progettazione abbozzata e figurare una forma pittorica anziché strettamente tecnica, in contrasto con il reale impegno che invece prestava nello sviluppo delle sue idee, che erano fornite di un numero cospicuo di studi e di tavole di dettagli, dimostrando sempre di essere professionista serio.

Le opere elbane rientrano pienamente nel caratteristico linguaggio architettonico proprio di Adolfo; il primo lavoro è la cappella funeraria, costruita in marmo bianco, della Famiglia Del Buono, che si trova nel cimitero monumentale di Portoferraio, originale è la disposizione al centro di una scalinata.

Sempre su richiesta dell' onorevole Del Buono, in località San Martino, vicino alla Villa napoleonica, viene edificata una casa padronale e fattoria, definita da prospetti con continui ricorsi, cornici e decorazioni in mattone e con ampi aggetti delle falde del tetto.

Per lo stesso committente completa nel 1904 lungo la Calata Mazzini a Portoferraio il Palazzo dei merli, all' interno di un programma di rinnovo dell' immagine della città.

Il prospetto principale era stato progettato con un basamento in granito dell' isola, con un aggetto sorretto da mensole collegate da archi, con un nastro in ceramica decorata, completato da finestre bifore ed in alto da una cornice merlata.

L' edificio fu distrutto dai bombardamenti nella seconda guerra mondiale.

Vi sono altre due opere a Portoferraio, di cui una in Calata Mazzini, con accesso da via Guerrazzi, presenta facciate con finitura ad intonaco, finestre con timpani ed altre decorazioni, ha su lato mare una balconata, fu in origine la Casa del Fascio e successivamente la sede dell' INAM, l' altra nella Calata Italia, nella zona del porto, era la sede per gli uffici dell' amministrazione degli altiforni.

Questo palazzo è caratterizzato da un loggiato al piano terreno, con fronti in origine dipinti a finta pietra ed altre decorazioni che sono andate distrutte.

Infine in località Cavo, sul promontorio di monte Lentisco, costruì nel 1906 per la Famiglia Tonietti una tomba gentilizia, il manufatto è interamente in pietra, presenta una forma a torrione, con cuspidi e decorazioni.

La cappella rimane un monumento per ricordare Giuseppe Tonietti, affittuario delle miniere dell' Elba, in quanto non ha avuto mai il permesso per la tumulazione delle salme.

Adolfo Coppedè è interprete di una committenza alto borghese, che gli permette di realizzare opere sontuose; generalmente nel suo linguaggio progettuale riprende le linee architettoniche del fratello Gino, con soluzioni più sobrie, meno invadenti, e con minore carica fantastica nella decorazione degli edifici.

Nella sua lunga attività professionale ha sempre progettato con una forza instancabile e con un estro creativo originale, ha proposto soluzioni oltremodo sorprendenti, determinate da una ampia visione espressiva e da suggestioni scultoree decorative.