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Giuseppe Mentessi (Ferrara 1857 - Milano 1931),

 

 nato da povera famiglia e presto orfano di padre, fu, con Pellizza da Volpedo, Longoni e Morbelli, esponente di punta del gruppo di pittori che si fecero sostenitori di un'arte socialmente impegnata. Fu il suo più famoso e anziano concittadino Gaetano Previati a incoraggiarlo durante il travagliato periodo degli studi a introdurlo nell'ambiente progressista e bohémien della scapigliatura milanese.
Raggiunta nel 1880 la tranquillità economica con la conquista del posto di assistente di Luca Beltrami presso l'Accademia di Belle Arti di Brera, Mentessi intraprese una fortunata carrierea di docente e di artista che lo portò ad esporre le opere di successo nelle prime edizioni della Triennale di Brera e della Biennale di Venezia. Pertecipe degli ideali socialisti di Filippo Turati, l'artista non dimenticò mai le sue umili origini e concepì l'esercizio e l'insegnamento dell'arte come missione al servizio dell'umanità.
In questo senso, la pittura elegiaca e sempre vicina agli umili di Mentessi, il suo "inno all'amore, al dolore, alla pietà", come intese Vittorio Pica, sta agli antipodi della pittura elegante ed estrosa dell'altro suo illustre concittadino Giovanni Boldini, il testimone entusiasta del gran mondo della Belle Époque

 

Opere: Dipinti